Siamo sempre più circondati dalla tecnologia. In tasca abbiamo telefonini con microchip più potenti di quelli che portarono 47 anni fa l’uomo sulla luna. Anche le nostre auto hanno imparato a conoscerci: parcheggiano da sole, non partono se ci vedono sonnolenti e tra poco inizieranno a muoversi da sole. E le nostre case? La domotica, termine che mette insieme casa e robotica, muove anno dopo anno passi da gigante.

Ne abbiamo parlato con Mirko Gobbato, titolare di Unica, azienda con sede a Ponte San Nicolò che da alcuni anni sta esplorando le possibilità di una casa “smart”.

 

Prima di tutto, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza… che cosa si intende per domotica?  

Per domotica oggi si intendono le tecnologie di automazione ed integrazione che permettono di migliorare la qualità della vita all’interno di un ambiente. Questo sia dal punto di vista della fruibilità dei vari impianti presenti, sia soprattutto dal punto di vista energetico.

Un settore in crescita, dunque… Ma quali sono i primi campi di applicazione della domotica?

I primi o i più importanti campi di applicazione sono quelli legati al risparmio energetico, ma i più “gettonati” e conosciuti, oggi, sono quelli che riguardano la gestione dell’illuminazione e dei contributi audio-video. Questi sono però sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più esteso.

Verso quali settori si sta orientando la domotica oggi?

Possiamo parlare sempre più di building integration, ovvero la gestione di interi edifici sia dal punto di vista energetico che tecnologico, integrando fra loro tutti i sistemi presenti: quello luminoso, quello termico, la forza, la sicurezza, le presenze, l’audio e il video e tanti altri impianti.

Prima ha citato il risparmio energetico… ma in che modo una casa “smart” può aiutare l’ambiente?

Solo la gestione automatica di tutte le possibili variabili permette innumerevoli vantaggi. Facciamo un esempio: consideriamo una stanza con una grande vetrata a sud dove sia presente ed in funzione un impianto di climatizzazione. Con il passare delle ore e l’aumento della temperatura interna una casa “dummies”, ovvero senza sistemi di domotica, aumenterebbe inutilmente il livello del condizionamento per combattere l’aumento della temperatura. Una casa smart, invece, grazie alla presenza di sonde, noterebbe il repentino aumento di temperatura e attiverebbe prima di tutto ulteriori sistemi di schermatura passivi (tendaggi filtranti, tende da sole etc.), e solo come extrema ratio deciderebbe di alzare il condizionatore e aumentare i consumi energetici.

La domotica è solo “tecnologia per ricchi” o può trovare applicazione anche per le case nuove della “gente comune”?

La domotica per la gestione energetica dovrebbe essere presente in ogni casa mentre le applicazioni più “frivole” come la gestione delle luci e la gestione degli impianti e della distribuzione di contributi audio-video è ancora una tecnologia con costi non proprio contenuti.

Come sposare gli ultimi ritrovati della tecnologia senza stravolgere l’estetica?

La tecnologia negli anni ha imparato a diventare quasi invisibile o comunque a confondersi con l’architettura esistente. Il problema, dunque, allo stato attuale, non si pone per nulla.

Terminando… la domotica è più una rivoluzione o solo una nuova fase dell’evoluzione dell’abitare?

È ancora una rivoluzione perché è ancora in evoluzione, ma in parte è già stata una rivoluzione perché ha permesso di migliorare la qualità della vita delle persone che ne hanno fatto e ancora oggi ne fanno sempre più uso.